top of page

Diario di Bordo: Consegna Beni - Sprar di Salorino

Sono abituata agli stranieri; sono abituata ai centri di accoglienza, ai profughi, ai migranti. Sono abituata perché è stato il mio lavoro, il più bello di tutti quelli che ho fatto! Sono abituata, ma sta volta è stato diverso. Sta volta sono entrata non da rappresentate di un’azienda o di un sistema di accoglienza, ma da “civile” e da rappresentate di un Associazione. Sono entrata in rappresentanza di tutte le persone che questo week end si sono fidate e affidate al mio modo di lavorare per una causa. Sono una professionista in questo lavoro: so mediare, so assecondare ma so anche far rispettare le regole; so rivolgermi ai professionisti giusti e so risolvere problemi legati alla burocrazia “da asilo politico”. So essere disponibile al punto da dare il mio numero privato a chi ne ha bisogno e rispondo...sempre, anche di sabato alle 23 e questo non dovrei farlo. Le persone che decidono di condividere con me il loro tempo, sanno che vengono dopo tutto questo, anche se non l’ho mai detto esplicitamente! Alessandro in questi giorni mi ha ascoltata borbottare davanti al telegiornale, a tavola, mentre mangiava, e mi ha fatto il caffè tutte le volte che gliel’ho chiesto, nonostante stesse male! Makeda è rimasta dal papà che, nonostante lavorasse, si è reso disponibile a dare una mano come poteva! Mia madre ha evitato di parlarmi! Questa strada che ho scelto, tutta in salita, la percorro insieme ad Antonio che risponde al telefono ogni volta che lo chiamo in preda al panico e che ha capito che sono una remissione continua perché in ufficio faccio solo danni! Ali, che ha imparato che non sempre rispondo alle sue chiamate al volo e ha imparato ad aspettare! Daniela e Mariella che sanno che le mie chiamate sono come “attentati”...arrivano in orari e giorni imprevedibili e sono accompagnate da bestemmie! Luca che invece mi chiama perché siamo due stakanovisti e siamo entrambi polemici, ma ci aiutiamo come possiamo! Poi c’è chi si occupa della mia salute: Claudia, amica e presidente di Tao, che mi incita e sostiene da sempre! Roberta che mentre mi tatua sopporta le mie fastidiosissime chiamate! Le mie amiche di sempre che sono orgogliose di me! Poi c’è quella che definiamo “l’utenza”: i rifugiati e gli stranieri che si rivolgono a me ...e io non sono altro che tutti questi aiuti preziosi!

Sta volta sono stata tutto questo e altro: ho rappresentato davanti a voi una causa e davanti ai beneficiari ho rappresentato voi! Sta volta è stato diverso.

Io e Claudia arriviamo con una macchina stracolma di pacchi, i vostri. Parcheggiamo in questo cortile e vediamo dei bambini giocare col triciclo mentre un papà era con loro. Ci accoglie un beneficiario dello Sprar che parla benissimo italiano, verosimilmente proveniente dall’Africa Sub Sahariana, che ci presenta invece l’operatrice. Mentre iniziamo a scaricare i pacchi e a ironizzare sul mio tricipite, un altro uomo si avvicina. Ha la mascherina e ironizza sul “non parlare italiano”! Sto ca...lo parla meglio di me. È un avvocato Afghano, ha studiato a Roma, ma ha vissito in Afghanistan fino a 15 giorni fa circa e gli appioppo subito la lettera che ho scritto. Gli spiego come ci siamo mossi in questo week end e si è visibilmente emozionato. Ci raggiunge Luca, il direttore di un centro di accoglienza della zona con cui abbiamo un bellissimo rapporto e beviamo tutti un caffè. Andiamo a sistemare i pacchi e poco dopo ci raggiunge emozionatissimo l’Avvocato a ringraziarci, non a me, non a Claudia, ma a voi... Decide di presentarci i figli e ci porta in questo piccolo appartamento disposto all’interno del cortile. La moglie esce dalla cucina e ci accoglie con un super sorriso. L’attrattiva però erano i bambini quindi entriamo in una stanza con due letti a castello. I bambini si sono nascosti sotto le lenzuola e non ho resistito dal pizzicare i piedi a tutti!!!! Riusciamo per non disturbare e salutando andiamo via. Io e Claudia come al solito ci guardiamo e non dobbiamo dirci granché … Torno a casa e l’unica cosa a cui riesco a pensare sono gli occhi di quei bambini e dei loro genitori, dell’operatrice, di Luca che mangia in piedi. Alla sensazione del tempo fermo in un posto assurdo, della responsabilità che mi sono presa rappresentandovi e di cui spero esserne stata all’altezza. Penso all’accoglienza, alle mani tese, al culo che mi sono fatta in tutti quegli anni nei Centri e a quanto si perde in termini economici con un’ Associazione che si occupa di migranti, a quanto spesso sono sola; penso a quanto ci rimettono le persone a stretto contatto con me...penso a quanto sono fortunata, ricca e stracolma di amore, di cose ricevute, di occhi attraverso cui guardare il mondo, di mani da stringere, di sorrisi da elargire! Torno a casa, apro la porta e trovo un sacco di indumenti di Alessandro da donare; Makeda arriva poco dopo e mi abbraccia...la casa è un caos! Il telefono continua a squillare e io mi sento ancora più fortunata. Grazie per questo regalo enorme. Grazie di aver partecipato e grazie della fiducia che avete riposto nella mia Associazione, nei miei sogni di un mondo migliore e nella mia capacità di fare rete. Grazie per non esservi accollati con quei pregiudizi del cazzo...grazie perché insieme, anche solo per poco, abbiamo alzato le vibrazioni di questo territorio e grazie perché qualcuno sta sera potrà cambiarsi di abito, indossare una camicia e qualche bambino potrà giocare con qualche gioco! Vi penso! Un abbraccio Martina

 
 
 

Post recenti

Mostra tutti

Комментарии


Post: Blog2_Post

Modulo di iscrizione

Il modulo è stato inviato!

392 454 8507

©2021 di Associazione Fratelli del Mondo. Creato con Wix.com

bottom of page